Leggendo “I mestieri delle Gatte”
di Manuela Minelli mi è venuto subito da pensare al nostro grande Gianni Rodari
che amava moltissimo i gatti e che aveva, trai suoi progetti proprio quello di
creare un libro di storie, poesie e disegni a loro dedicato.
Purtroppo, però, la prematura
scomparsa gli ha impedito la realizzazione di quest’opera della quale, per
fortuna, rimane testimonianza nel libro “Gli affari del Sig. Gatto” edito da
Einaudi.
La lettura non solo ci riconduce
ad un buon umore forse da troppo dimenticato in questi tempi difficili, ma ci
porta anche a conoscere o a ri-conoscere la bellezza e la piacevolezza della
convivenza con i nostri amici gatti, abbattendo
anche degli stereotipi, tristemente diffusi soprattutto tra coloro che non
hanno mai avuto a che fare veramente con il mondo felino, e che rappresentano
il gatto come un animale opportunista ed egoista.
Chi ha avuto un gatto nella sua
vita sa che non c’è nulla di può sbagliato di questo. Il gatto, pur conservando
la sua personalità, è veramente un amico fedele, capace di espressioni di
affetto incredibili.
Ed è proprio questo che emerge
nel libro di Manuela Minelli la quale ci parla della sua esperienza “felina”
portandoci dentro le pareti della sua casa e facendoci conoscere i suoi
abitanti pelosi attraverso i loro “mestieri” ovvero attraverso il comportamento
che assumono nel relazionarsi con noi e con l’ambiente circostante. Si potrebbe
dire che l’autrice trasforma in gattosìe
e miciastrocche l’osservazione attenta e costante del modo di fare del
gatto creando un’opera solo apparentemente “leggera” ma in realtà supportata da
conoscenze profonde e che riscuoterebbe, sicuramente, anche il consenso del
prof. Danilo Mainardi.
Del resto, l’aspetto giocoso del
libro, l’allegria che da esso ne deriva rendono l’opera stessa facilmente e
piacevolmente divulgabile non solo tra le persone, grandi e piccine, che amano
e convivono con un gatto e che, quindi, lo apprezzeranno di certo, ma
soprattutto tra coloro che non hanno avuto ancora la gioia di vivere questa
esperienza. Non possiamo ignorare infatti che l’addomesticamento del gatto
risale a circa 4000 anni fa e che già gli egizi erano rimasti affascinati da
questo animale tanto da considerarlo sacro. Sicuramente il suo ruolo di
predatore di piccoli roditori ha giocato un ruolo importantissimo nella sua
diffusione domestica, ma ciò ha portato proprio a creare quell’unione
uomo-gatto così intima e particolare messa ben in evidenza nel libro di Manuela
Minelli.
Ultima piccola osservazione prima
di lasciare il lettore al piacere di inoltrarsi nelle pagine di questo libro è
il fatto che i gatti di cui parla l’autrice sono tutte “gatte”, forse per evidenziare che la società felina, e
quella dei gatti in particolare, è una società matriarcale con gruppi di
femmine che vivono insieme per occuparsi della crescita dei loro piccoli. o
forse perché l’autrice ha voluto rivendicare, anche attraverso le sue gattosìe e miciastrocche l’importanza
del ruolo femminile in tutte le sue espressioni.
Cinzia Marulli
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