Cinzia Marulli
Las mantas de Dios (Le coperte di Dio)
Ed. Progetto cultura, Roma, pp. 32
ISBN 978 88 6092-581-7
L ’assenza,
il frammento, l’interruzione, la singolarità scissa e alienata sono non le
cause dell’estinguersi del senso, ma, al contrario, del suo sorgere. Il
non-senso è mancanza di significato, il dramma di una coscienza infelice? Forse
sì, forse no, oggi anche la «coscienza infelice» è una questione di superficie
(una utopia di superficie), direi una questione di «posizione» dell’«io». Oggi,
anche la poesia contemporanea parla della frammentazione dei grandi racconti,
parla dell’effetto di deriva, come anche della scomparsa del pathos
dell’autenticità; il quasi-senso è oggi sempre più diffuso per l’aura di
aleatorietà e di leggerezza che esso consente; non è un caso che il dettato
poetico di Cinzia Marulli sia parametrato sulla tematica dell'assenza e dell'assenza
del ricordo, sul «silenzio della parola», sulla «assenza primordiale
dell'anima», infatti «si confonde sul bianco il pensiero», «forse è nel
silenzio che si ascolta / la musica più sublime...». Dunque, tematica del
silenzio e dell'ombra, del bianco e dell'assenza:
Las mantas de Dios (Le coperte di Dio)
Ed. Progetto cultura, Roma, pp. 32
ISBN 978 88 6092-581-7
Camminiamo
sempre in compagnia
della
nostra ombra
La
nostra ombra
che
ci fa largo tra le foglie secche
e
gira l'angolo prima di noi
Tematiche
filosofiche depositarie del problema del «senso» si insinuano, osmoticamente, e
quindi ideologicamente, all’interno del tessuto di questa poesia, ne minano le
difese «interne», insinuandone le paratie, violando le giunture di sicurezza
ma, rispetto al primo libro della Marulli, segnando anche un momento di
crescita e di maturità stilistica.
Giorgio
Linguaglossa
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