Se
saper scrivere è una dote infinitamente soddisfacente, leggere l’opera di
Cinzia Marulli Ramadori “Las
Mantas de Dios” lo è stato ancora di più, è’ stato come un leggero tocco sul cuore messo
ormai a disagio dagli eccessi di
sproloqui che ci affollano. Una emozione ripetuta ogni volta che sono tornata
sui suoi versi. Cinzia si muove con abilità e onestà, attinge dal cassetto della memoria e dal presente con estrema delicatezza e
rispetto. La sua parola procede sicura e così ha il grande pregio di dare luce,
riordinare i passi della vita come spesso si chiede alla poesia. Lascia che le
parole emergano nella chiarezza di un messaggio (Rimorso pag. 20), nella sollecitudine
di una emozione ; libera il verso dal superfluo per esprimere l’indispensabile
(Il vuoto pag.16)
L’autrice percorre i temi essenziali
della vita: il tempo, il dolore e la morte riportandoli alla sua dimensione di
poetessa e donna; così vorrei che questo mio pensiero sulla sua poesia fosse
recapitato come una lettera che si riceve da una persona cara, perché Cinzia ti
chiede come stai e aspetta la risposta, ascolta e scrive: Se proprio/sì –se
proprio devo/nascere donna-allora/vorrei avere sempre/gli occhi di una
bambina/……”
Roma 21/10/2014
Carla De Angelis
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