“Agave” di Cinzia Marulli Ramadori, LietoColle 2011
Marzia Spinelli e Guido Oldani |
Sono veramente “Gocce di luce” questi versi di Cinzia Marulli, “ brillano sul mare/come stelle galleggianti/in attesa di tornare/nell’immensità del cielo”: forse sta qui il cuore di Agave, in queste gocce/parole scelte con cura e dedizione. Cadono decise e poi a volte pudiche e poi furiose man mano che avanzano: acqua che nutre radici, fa fiorire, diventa amnios e poi respiro; gocce guidate da “una penna antica … traditrice …” cui affidare un arduo compito, librarsi e liberarsi dalle tempeste mentre “straripa l’inchiostro/ dagli argini della mia anima/ è un fluire nero e tumultuoso/ sul bianco foglio della ragione”: l’acqua mobile e la terra ferma della scrittura, una zona di guerra cui decidere se arrendersi o meno. Onnipresente è l’Agave del titolo, pianta strana, fiorisce una sola volta ma qui è portatrice perenne d’amore, accompagna l’onda “possente” di emozioni e pensieri, a volte sfinita nel fare quotidiano, altre immersa nella nebbia e poi ancora sempre sul mare, così caro a Cinzia, davanti al quale si siede e ne ascolta ” la vertigine marina” che fa vacillare ma che addolcisce. E sempre all’acqua, a quel liquido amniotico inizio di tutto, l’Autrice consegna il proprio cammino esistenziale e poetico: “il piede mio sconfina/nel vuoto(quindi) arieggia/e in un tuffo mi rotondo nell’ignoto”. Se la maternità è una morbida rotondità, “asilo ancestrale”, calda e sapiente é l’intera cifra con cui Cinzia sta al mondo: “tra i vicoli antichi/suona la vita”, e pure se s’affacciano ombre “s’abbraccia nella quiete del mattino/la gioia sconnessa della vita/il lento perpetuare del dolore … “e timori “è il vacillare mesto dell’acrobata/che si dondola sul filo/e non riesce/ad afferrare la corda”, questa Agave sa mostrare la meraviglia di chi vede “tra tanto cemento/un filo d’erba”. E anche noi la vediamo.
Marzia Spinelli
Marzia Soinelli fa sempre centro con le sue parole piene di verità e grazia.
RispondiEliminamonica martinelli