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domenica 24 aprile 2016

La bella di Monza

21 maggio 2016 - ore 17.45 La bella di Monza

Casa della poesia di Monza - roseto Niso Fumagalli della Villa Reale di Monza

Reading di poesie dedicate alla rosa. 

Partecipano: 

Vivian Lamarque, Donatella Busutti, Gianpiero Neri, Piero Marelli, Massimo Morasso, Sebastiano Aglieco, Antonetta Carrabs, Bruna Colacicco, Laura Ricci, Manuela Bellodi, Francesco Palmieri, Cinzia Marulli, Luciana Moretto, Terry Olivi, Ada Crippa, Claudia Cangemi, Anna Maria Lombardi, Alice Serrao.

giovedì 21 aprile 2016

Antonietta Gnerre per Percorsi di Cinzia Marulli su Il Quotidiano del Sud


Giulio Maffii su Percorsi di Cinzia Marulli da Carteggi Letterari

Leggi l'articolo su Carteggi Letterari


QUALI PERCORSI FA CINZIA MARULLI? – FLASHES E DEDICHE- 14. (a cura di Giulio Maffii)

Quali percorsi fa Cinzia Marulli? - Flashes e dediche È uscito per i tipi de “La vita felice” l’ultimo lavoro di Cinzia Marulli, non per caso, intitolato “ Percorsi” . La tripartizione del testo induce ad esplorare con curiosità i sentieri indicati dall’autrice: Il senso bianco delle nuvoleIl paradosso del cerchio e Il riflesso della luce. Tre percorsi per un unico cammino conpercorsi-330053dotto con leggerezza, proprietà ed interesse. Memore del buon precedente “Las Mantas de Dios – Le coperte di Dio” (Ed.Progetto Cultura 2013), questo testo allarga la visione sul mondo reale e al contempo interiore dell’autrice, con un amalgama sereno, che induce a riflessioni non semplici, non scontate, soprattutto quando il discorso verte su temi civili. Le guerre, la mancanza de i diritti umani tra ricordi del passato e situazioni attuali, portano ad interrogativi che non possono lasciare indifferenti i lettori di buona poesia come questa. Le riflessioni però sono multiple, se da un lato vi è in filigrana una memoria personale , latente e suggestiva, nell’ultimo “percorso”, Il riflesso della luce , si assiste ad una meditazione tanatologica di rara limpidezza. Sembra un controcanto al lutto della luce di Vegliante e, a mio avviso, è il punto più alto di tutto il lavoro che merita assolutamente una lettura approfondita.
Ho sentito dire che la vita è cosa seria.
è la morte a essere beffarda,
ma il come è un’altra cosa.
Forse nel sorriso è il segreto di tutto
in quel piccolo topo
che fugge veloce
e cerca il suo riparo.
Se un giorno leggerete le mie poesie
un giorno quando sarò terra per i ceci
non pensate a me come a un corpo morto.
Pensatemi allegra in questa morte che non è nero.

marulli
 Cinzia Marulli  ha studiato presso la Sapienza di Roma sino-indologia e sta traducendo alcuni tra i principali poeti cinesi contemporanei e in particolare i poeti brumosi (Bei Dao, Mang Ke e altri). E’ curatrice della collezione di quaderni di poesia Le gemme (progetto Cultura) e promotrice culturale di rassegne di poesia. Ha partecipato a vari festival internazionali di poesia all’estero e le sue poesie sono state tradotte in cinese, greco, inglese e spagnolo e pubblicate in Cina Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico e Spagna. In collaborazione con il Gatestudio Records, ha realizzato progetti di videoarte. Pubblicazioni: Agave (LietoColle, 2011); Las Mantas de Dios-Le coperte di Dio (Progetto Cultura, 2013)

mercoledì 20 aprile 2016

Rita Pacilio su Percorsi (Imperfetta Ellisse)


Cinzia Marulli - Percorsi - La Vita Felice, 2016
Ogni poeta, per conoscere il mondo, diventa filosofo dirigendosi verso lo sconfinamento dell’esistenza con sguardo e sensi vigili. Ogni poeta si incanta ed eredita ricordi e interrogativi del passato rendendoli vivi, sempre originali, grazie alla ricostruzione di ipotesi, confronti e intrecci etico/emotivi. Cinzia Marulli, nel suo recente lavoro poetico Percorsi, edito La Vita Felice, 2016, infatti, si serve delle esperienze tangibili e invisibili per collocare parole sagge e di senso in componimenti poetici che interpretano aspetti esistenziali, distanti e prossimi, tra la memoria e il panorama socio/emotivo dell’uomo contemporaneo. Abitare luoghi emotivi serve ad accompagnare il proprio percorso psicologico e intellettualistico verso l’accoglimento della vita, intera, scomposta e sezionata, sollevando gli aspetti più significativi e, a volte, impercettibili. Ecco perché l’autrice indaga tra le discrepanze e le contraddizioni umane sottolineandone la coscienza e la dimensione sensibile/razionale dell’io. Il desiderio è quello di fondersi con la natura, ascoltarne la voce, lasciarsi sedurre dalla consapevolezza che tutto nasce e muore nella terra, anche i ricordi o la malinconia, la nostalgia. Non troviamo dolore esistenziale, ma inventari, propositi che hanno validità affettive e fremiti propiziatori dell’alienazione del tempo futuro. Le tre sezioni del volume, Il senso bianco delle nuvole, Il paradosso del cerchio, Il riflesso della luce, delineano viaggi fisici e spirituali, transiti che compensano il processo di umanizzazione del soggetto/oggetto inesplorato e rinnovato. Riflettere sugli aspetti molteplici ed evocativi del male, del superfluo, del dolore, permette di sviluppare itinerari a cui attingere per trovare risposte e ristoro, riconoscimento e rinascita. Le parole, allora, si trasformano in monumenti progettati per realizzare coraggiose interpretazioni del cosmo e setting da cui partire e/o ritornare comprendendo, così, la vita nella sua interezza, nel suo impianto complicato, conflittuale e, contemporaneamente, semplice, delicato. Marulli ricrea con slancio, i tasselli della celebrazione dei valori, quei lineamenti di un mosaico vertiginoso e leggero in cui le figure centrali sono naturalistiche (fiore, vento, sole, terra). È qui che si completa la pianificazione razionale e spirituale dell’autrice romana, riscrivere i significati dei segni umani, culturali.  (rita pacilio)

dalla sezione IL SENSO BIANCO DELLE NUVOLE 

Tu mi guardi come fossi nebbia
eppure sento una voce
una voce chiara
e la tua risposta
che fulmina il pensiero.

Dimmi.
Copri questa domanda disperata.
«Dov’è il senso del sentiero?»
Lo chiedo a te che stai lì
con le mani nella terra
e i piedi in aria come radici celesti.

«Il senso del sentiero» mi dici,
«non è nel percorso
e neanche nell’arrivo.»
Poi la certezza:
«È nel ritorno.»


dalla sezione IL PARADOSSO DEL CERCHIO

È bello il cerchio
perché non finisce mai
perché ogni punto sulla circonferenza
è equidistante dal centro
perché è tondo come il ventre
pregno di una madre.

*

Tra i campi
assolati di fatica
il miracolo

dal più piccolo dei semi
sacro

nasce la pianta del bene
a nutrire questo mondo
affamato.



dalla sezione IL RIFLESSO DELLA LUCE

Se un giorno leggerete le mie poesie
un giorno quando sarò terra per i ceci
non pensate a me come a un corpo morto.

Pensatemi allegra in questa morte che non è nero.


*

Voglio scrivere della mia morte ora
ora che sono in vita
perché non la conosco
e posso dire tutto quello che mi pare

così nessuno mi potrà dare della bugiarda.

Cinzia Marulli è nata a Roma il 6 marzo 1965 dove tuttora risiede.  Ha studiato all’università «La Sapienza» di Roma sino-indologia e sta traducendo alcuni tra i principali poeti cinesi contemporanei e in particolare i poeti brumosi (Bei Dao, Mang Ke e altri).  È curatrice della collezione di quaderni di poesia Le gemme (Ed. Progetto Cultura) e promotrice culturale di rassegne di poesia. Ha partecipato a vari festival internazionali di poesia all’estero e le sue poesie sono state tradotte in cinese, greco, inglese e spagnolo e pubblicate in Cina, Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico e Spagna. In collaborazione con il Gatestudio Records, ha realizzato progetti di videoarte. Pubblicazioni:  Agave (LietoColle, 2011); Las Mantas de Dios - Le coperte di Dio (Ed. Progetto Cultura, 2013).

giovedì 7 aprile 2016

Manuella Minelli su Percorsi di Cinzia Marulli



PERCORSI DI NUVOLA
Cinzia Marulli – La Vita Felice – 2016 – Pagine 80 - € 12 
Se è vero quel che diceva Franco Battiato e cioè che “Nella semplicità si nasconde il divino”, allora questi “Percorsi”, la nuova raccolta poetica di Cinzia Marulli, con la prefazione di Jean Portante, appena arrivati nelle librerie grazie all’editore La Vita Felice, sono qualcosa di assolutamente divino.
Le poesie di Cinzia Marulli sono chiare e leggere, hanno il peso delle nuvole (non a caso Nuvola era il suo nickname in un forum di scrittura), del vento, dell’aria e della nebbia. Inconsistenti, ma con una profonda, sebbene leggiadra, consistenza emotiva.
Sembrano Percorsi di aquiloni, tanto sono aerei, traiettorie poetiche in cui le parole fluttuano chiare e godibili, a delineare un percorso intimo verso il “sé”, una sorta di bilancio, necessario quando si è giunti più o meno alla metà del Percorso.
Cinzia, che ha fama di avere anche un abilissimo pollice verde, tocca la terra che la circonda, la scava a mani nude, va giù nel profondo e dissotterra gli abbandoni, i dolori, i lutti e le ingiustizie, non solo quelle personali, ma anche quelle cosmiche. Tirando fuori e riportando a galla il tutto, compie un percorso catartico, fatto di consapevolezza, perdono e accettazione, schierandosi dalla parte della pace.
Abbiamo molto amato le sue storie poetiche, perché le protagoniste sono le piccole cose e la loro potenza. La poetessa si inchina, non tanto alla maestà di quegli alberi immensi a cui tende il pensiero, poiché loro sono forti e svettano nel cielo sfiorando il profilo di Dio e quindi non hanno bisogno del suo interesse. Al contrario, si inchina invece davanti a un filo d’erba che ha la forza di rompere il cemento e di vivere tra le crepe dell’asfalto, perché senza di lui tutto sarebbe deserto.

I Percorsi di Cinzia Marulli sono un bellissimo inno al potere delle piccole cose. Prendiamo il ricordo di quando, nella calura estiva di una Roma bollente, arrivava la sera e noi ci sdraiavamo a terra sul terrazzo e ci sentivamo felici.
Ma anche alla forza del perdono (pag. 21), a  Madre  Terra (la spiga di pag. 24) e a Madre Natura (pag. 26), il Cerchio (pag. 31), Il ricordo struggente del padre che non c’è più meravigliosamente raccontato nella poesia di pag. 33, dove Cinzia ci fa assistere ad un film in bianco e nero, in cui un uomo bello e dignitoso è inginocchiato a svolgere un lavoro umile. E c’è gratitudine e Amore in questa lirica.
E che dire dell’allegra poesia dedicata ai poeti, che Cinzia finalmente tira giù da quel piedistallo d’oro dove qualcuno di loro si piazza con arroganza, mostrandoceli come brava gente che fa la doccia, va al bagno e fa la spesa….
Indubbiamente nelle sue liriche si percepisce l’influenza dei suoi viaggi in America Latina, Messico, Ecuador, dove è stata più volte invitata a portare la voce della poesia contemporanea italiana, non perché ci siano descrizioni di quei luoghi, ma perché la sue poesie sono di una semplicità e di una comprensione propria della poesia latino americana, dove non si usano particolari ermetismi, dove la poesia non è mai aulica e ridondante, proprio perché deve farsi comprendere da tutti, quasi uno striscione politico che grida “La Poesia è per il popolo”, concetto peraltro assolutamente sacrosanto e proprio dei Paesi latino americani.

Terra e Poesia, ecco che ritornano le due parole, un connubio che denuncia tutte le stragi di questo mondo, i bimbi morti di Gaza, la Shoah, i fratelli di Parigi, Amina e tutte le altre donne che a gambe larghe urlano la loro mutilazione (pag. 50), davanti a una platea dove la mamma è in prima fila e assiste in silenzio alla barbarie che altre vecchie stanno perpetrando sulla sua bambina, strappandole per sempre il suo intimo femminile, per impedirle di avvertire il piacere, in una pratica di tortura che passa di madre in figlia, di donna in donna, mutilando per tradizione tutte le bambine del villaggio.
Un tema penetrante, alla fine della raccolta, è quello della morte, sentimento vissuto senza alcuna drammaticità, ma con serenità e ironia. Perché forse nel sorriso è il segreto di tutto.

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martedì 5 aprile 2016

Andrea Mariotti su Percorsi di Cinzia Marulli (Ed. La Vita Felice)

Riporto di seguito la lettura fatta dal prof. Andrea Mariotti su una poesia tratta da "Percorsi" (ed. La Vita Felice)
e pubblicata sul sito www.andreamariotti.it

INTORNO AD UNA POESIA DI CINZIA MARULLI

Leggendo la recente silloge di Cinzia Marulli Percorsi (marzo 2016) con prefazione di Jean Portante, mi sono imbattuto in diverse poesie degne d’attenzione per chiarezza d’eloquio e vibrante umanità. Sicuro risulta infatti il gesto poetico della Marulli per la “pressione” di un’anima chiara a se stessa e dunque indotta a sprezzatura (senza snobismo) circa il labor limaedel verso in chiave vuotamente estetizzante. Tutta la silloge in oggetto propone al lettore motivi d’interesse; ma non potrò tacere soprattutto dello spessore semantico attivo nell’ultima sezione di essa, Il riflesso della luce, laddove la prima poesia si rivela splendida per fulminante virtù di sintesi:

Ho sentito dire che la vita è una cosa seria.
E’ la morte a essere beffarda,
ma il come è un’altra cosa.

Forse nel sorriso è il segreto di tutto

in quel piccolo topo
che fugge veloce
e cerca il suo riparo.

…ebbene tali versi -propedeutici a sequenza di poesie intrise d’una vitalissima dialettica riguardo alla morte/vita della poetessa- suggellano a parer mio l’essenza della poetica di Cinzia Marulli, allorché al centro di essi si fa strada una gnomica carezza d’anima: “Forse nel sorriso è il segreto di tutto”. Una religiosità del sorriso suggerisce dunque a voce bassa la poetessa, un allegria di mente per affrontare i nostri percorsi senza rimanere irretiti dal dolore. Ma non basta. L’umana ricchezza di questa poesia è in commistione profonda col godimento estetico offerto al lettore. Nei suddetti versi sono infatti presenti a ben guardare in filigrana Ungaretti e Montale. Del cantore dell’Allegria valgono (dalle Ragioni di una poesia) le parole famose “il poeta d’oggi cercherà dunque di mettere a contatto immagini lontane, senza fili. Dalla memoria all’innocenza, quale lontananza da varcare; ma in un baleno”. In merito a Montale difficile non ripensare alla chiusa della prima strofe di Dora Markus, dalle Occasioni. Quanto appena evidenziato è naturalmente il tessuto connettivo, la “memoria involontaria” di una valorosa poetessa del nostro tempo e cioè Cinzia Marulli, capace di trovare non da oggi (come la poesia in oggetto appieno dimostra) la propria voce: ed è qui che nasce l’ascolto grato del lettore.

Andrea Mariotti

Cinzia Marulli, Percorsi (prefazione di Jean Portante), Milano, La Vita Felice, 2016.

P.S. Cinzia Marulli (ampie notizie sulla Rete) ha studiato presso la Sapienzadi Roma sino-indologia e sta traducendo alcuni tra i principali poeti cinesi contemporanei e in particolare i poeti brumosi (Bei Dao, Mang Ke e altri). E’ curatrice della collezione di quaderni di poesia Le gemme (progetto Cultura) e promotrice culturale di rassegne di poesia. Ha partecipato a vari festival internazionali di poesia all’estero e le sue poesie sono state tradotte in cinese, greco, inglese e spagnolo e pubblicate in Cina Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico e Spagna. In collaborazione con il Gatestudio Records, ha realizzato progetti di videoarte. Pubblicazioni: Agave (LietoColle, 2011); Las Mantas de Dios-Le coperte di Dio (Progetto Cultura, 2013).

sabato 2 aprile 2016

Lettera a Linda

Posto oggi a distanza di tempo questa lettera che mandai a una mia amica carissima alla vigilia di una grande prova che avrebbe determinato il suo vivere. 
La riposto oggi perché sento dentro di me la necessità intensa di esprimere a lei, alla mia amatissima amica Linda, la mia gratitudine. Perché il suo essere è un insegnamento di grande forza, di coraggio, di umanissima dolcezza. La posto oggi perché, dopo aver oltrepassato il varco dell'ignoto, ho ancora la gioia di poterla guardare negli occhi. 
Perché, sai Linda, se avessi avuto una figlia avrei voluto che fosse esattamente come te. 
                                                                                                                              2 aprile 2016

Pensavo al tempo.
Dimmi, Linda
dove si trova il perche?
C’è un luogo che nasconde tutti i misteri,
che conserva le motivazioni di certi eventi?
La vita – questa vita – è un miracolo sin dall’inizio.
Eppure io so, senza comprendere questo benedetto perché,
io so che arriverà il momento che tu
poserai di nuovo il piede a terra
quel piede sacro continuerà a percorrere il sentiero.
A te non sono state donate scarpe comode,
ma solo pelle, nuda e viva.
e col tempo, con il lungo strofinare al suolo callosa e forte.
Ma in te, questa forza che è necessaria,
che hai dovuto trovare senza poter scegliere,
t’illumina d’amore
e così
luminosa e dolcissima ti vedo camminare nel mondo
come sospesa sopra la banalità del normale.
Perché, perché io provo un amore così intenso verso di te?
un’ammirazione clamorosa!
Mi dilanio in questi giorni pensando e ripensando a cosa potrei fare
per aiutarti, per sollevarti dal tuo destino.
E l’impotenza è crudele e inquietante. Lacera nel nulla in cui ti lascia.
Perché è così, il nostro destino è solo nostro e solo noi possiamo viverlo.
In certi momenti siamo apparentemente soli, solo noi stessi con la nostra
anima – e il cuore che batte forte e lo stomaco stretto.
Ma c’è qualcosa di invisibile che non ha nome
come un abbraccio caldo a sostenerci,
non da fuori, ma dentro di noi.
Io credo che siano i nostri semi, quel grano sgranato
che ha seminato amore e bene nel campo della nostra esistenza.
E ogni pianta sorta
gialla e solare, è una preghiera. E non ci sarà dolore, alcun dolore
che possa fronteggiare il coro santissimo che ti circonderà.
perché questo coro è fatto di mille  e mille voci
perché dall’amore nasce amore e di questo amore, il nostro, tu sei avvolta.
E’ l’attesa il dolore più grande
fino a quel momento in cui una flebo dona il sonno. Dopo. Il risveglio. E quel peso enorme, inaudito, non esiste più.
Ce la farai Linda, ce la farai! Guarda a testa alta il tuo futuro e sii orgogliosa di te, meravigliosa, meravigliosa donna vera.


                                                                                            Lunedì 7 settembre 2015
                                                                             Sono un’umile voce del tuo coro d’amore.

                                                                                                         la tua cinzia