In uscita a marzo "La casa delle fate" per le Edizioni La Vita Felice, raccolta vincitrice della prima edizione del Premio di Poesia Casa Museo Alda Merini (Giuria: Vivian Lamarque, Franco Buffoni, Sergio Bozzola, Diana Battaggia, Rita Pacilio, Giovanni Nuti, Bruna Colacicco e Vincenzo Costantino).
Nota dell'autrice
Per circa due anni ho portato avanti un laboratorio di
poesia all’interno di una casa di riposo per donne anziane. Un’esperienza che
mi ha fatto conoscere da vicino la condizione della terza età, forse quella
meno privilegiata, più afflitta da problemi fisici e di malattia. Le case di
riposo sono luoghi dove esistono situazioni di solitudine se non addirittura di
abbandono da parte di figli e parenti lontani, ma anche di figli costretti a
causa degli impegni lavorativi a “ricoverare” i propri genitori non più
autosufficienti o totalmente invalidi. Sono situazioni complesse,
ingiudicabili, che evidenziano una condizione difficile che andrebbe gestita
con grande umanità. L’idea di questo laboratorio è nata spontanea dopo un breve
ricovero di mia madre presso una di queste strutture, ricovero al quale sono
dovuta ricorrere perché nessuna clinica riabilitativa pubblica aveva accettato
di curarla a seguito di una frattura gravissima. In questo luogo, che mia madre stessa chiamò la
casa delle fate, ho potuto offrirle una riabilitazione che l’ha portata a
camminare di nuovo, piccoli passetti, ma dall’enorme significato per una
persona che si ritrova a vivere con un corpo morto e alla quale sono preclusi i
più piccoli e umili gesti della quotidianità. Pur essendo un luogo estraneo era
comunque una struttura buona perché consentiva alle famiglie di rimanere
accanto ai propri anziani, di collaborare fattivamente nella gestione e di
rimanere anche a dormire insieme a loro. Durante le mie visite ho iniziato,
quasi per gioco, a leggere alle signore ospiti delle poesie. Si è aperto un
mondo. La loro risposta è stata eccezionale. Mi attendevano ogni giorno pronte
ad ascoltare i testi che avevo preparato per loro per poi lasciarsi andare ai
ricordi, alle chiacchiere e perfino alle risate. Il risultato nel tempo è che tutte avevano
trovato un nuovo stimolo alla vita, si sentivano partecipi e attive di qualcosa
che potevano fare nonostante la loro condizione fisica. Ovviamente il livello
culturale era molto vario, ma non c’era una competizione di bravura e di
conoscenza. La poesia le aveva rese nuovamente vive e loro erano felici.
Ho continuato questo laboratorio anche dopo la morte di mia
madre, che sopraggiunse a causa dei suoi problemi cardiaci, e sono stata
costretta a terminarlo perché la struttura chiuse non avendo ricevuto più i
finanziamenti necessari. Fu una cosa molto triste. Era un luogo che funzionava.
Era la casa delle fate.
Ho scritto questa raccolta per ricordare, perché penso che
occuparsi dei nostri anziani sia un dovere ma anche e soprattutto un diritto e
come tale deve essere riconosciuto e sostenuto.
Non è un libro di denuncia e tanto meno vuole essere
autobiografico, ma ha l’intento pretenzioso di parlare di qualcosa che in
genere è taciuto: la vecchiaia. Credo che ci riguardi tutti ed è importante
prendere coscienza di questa condizione perché quello che c’è da migliorare si
può migliorare, a volte veramente con poco.
Perché dunque la poesia? Perché è il mio linguaggio, Perché
scava nell’oltre e nelle coscienze. Perché, come ha scritto Borges
nell’Invenzione della Poesia, non esiste argomento precluso per essa. Perché
credo fermamente che la poesia possa cambiare le cose e le mie fate me lo hanno
dimostrato. Una cosa inutile come la poesia è stata di un’utilità incredibile
davanti al cedere della vita. E Anna, Maria, Giovanna, Francesca, Vincenzina,
Luisa, Anna Rita, Rosalba e Ludovica me lo hanno provato con i lori occhi
tornati a splendere, sia pure adagiati su una sedia a rotelle e lontani dalle
loro case.
Dedico, dunque, questi miei scritti a tutti noi che
diventeremo vecchi e alle nostre famiglie affinché si ricordino che l’amore è importante e sul finire della vita
diventa assolutamente necessario.
Cinzia Marulli
Cinzia Marulli
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