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domenica 21 maggio 2017

Salvatore Martino su Percorsi (Ed. La Vita Felice)

Riporto di seguito (dopo aver doverosamente chiesto il permesso all'autore) una bella mail che mi ha inviato Salvatore Martino: 

Carissima Cinzia, avevo fatto una lettura affrettata, qualche tempo fa, dei tuoi Percorsi e mi ero ripromesso di farne un'altra un po' più approfondita. 
Eccomi qua dopo qualche mese. 
Il tuo stile si è solidificato divenendo più tuo e anche le storie si sono ampliate. Tu sai non sono capace di un vero approccio critico, le mie sono impressioni di un vecchio lettore di poesia. 
Il tuo scavare al centro dell'Io, al parametro ultimo dell'esistenza si slarga verso una dimensione che coinvolge gli altri. Il dialogo con l'Altro e quello con gli altri. Anche il flusso che emana dalle tue esperienze di vita è qualcosa che arriva a coinvolgere il dettato comune. Il tutto scandito da un ritmo, una cadenza musicale che facilita l'abbandono alla lettura. 
In tutto il libro viaggiano kommos e pathos, che raggiungono esiti straordinari nell'ultima sezione, quella lunga, articolata, intensa meditazione sulla morte. 
Un libro complesso che si avvale dei colori acuti della primavera, quelli rossi del pensiero, quelli neri degli addii. Ma io non so dove risiede il senso primordiale dell'essere.
Con la benedizione per questo fanciullo partorito dalla tua anima 
Salvatore 

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